giovedì, agosto 26, 2010

Benvenuti a Rallentare

Benvenuti a Rallentare, una rubrica di storie vere.
Intendo storie veramente vere, non storie ispirate ad altre probabilmente vere.
Cose che sono successe a me.
Potremmo chiamarla una cronaca.

Comincio.

Abbiamo smesso di suonare il didgeridoo, ma l'Irreprensibile non voleva saperne di mangiare il gelato.
Così ci siamo alzati, io e Rodrizio, pronti ad andarcene per quella porta finestra dove un gatto magro (una volta grasso) aveva atteso curioso il nostro arrivo.
Una voglia di succo di frutta stava arrivando velocemente, la potevo indistintamente percepire come una nuvola bluastra che si strusciasse struccata e sorniona contro i container e gli automezzi del porto.
Ho chiuso la portiera e Rodrizio ha messo la sicura sapendo che comunque, vedendo che andavamo via veramente, sarebbe voluto venire.

Dieci minuti dopo siamo all'autogrill. Dietro di me Irreprensibile sfoglia ridendo "come diventare avvocato di se stesso". Ha una maglietta bianca che lo fa somigliare a James Dean, anche se prima di entrare si è sistemato la cintura. Secondo me così slacciata gli dava un' aria da tossicodipendente poeta.

Rodrizio ha guidato piano verso le nostre case, abbassando la radio ogni volta che io l'alzavo.
Sono stato depositato all'angolo e poi sono andato a dormire.

Il giorno dopo ho letto:
"Mi ricordavo di mio padre che diceva sempre che la ragione per cui si viveva era per prepararsi a restare morti tanto tempo."

venerdì, agosto 20, 2010

todos caballeros

Guardati, sei presso l'oracolo di Dodona. Il tuo ruolo è quello di sacerdote. Niente male davvero, hai faticato parecchio per raggiungere questa posizione. Sei anche un sacerdote discreto e un bell'uomo.
Non puoi lavarti i piedi, ma queste sono le regole dell'oracolo: stattene.

L'invasione degli Etoli, che bruceranno il tempio fino alle fondamenta, è lontana.
Gli alberi sono alti e forti; spargono con angelica munificenza la loro ombra su di te.
E su un pellegrino.

Osservi il suo avvicinarsi con l'attenzione un pò magica dei sacerdoti di un oracolo degno di tale nome.
Le foglie nelle tue mani cominciano a frusciare.
Ha un nome greco, sussurrano le dita della quercia.
Cammina fra noi, ma non è uno di noi, rispondono le lingue del faggio.

Porta una tunica che non è una tunica ma una giacca gialla, e ti sorprendi a sapere che è di nylon.
Tu non sai cos'è il nylon: cerca di rimanere nella parte.
"Mi scusi, con chi ho parlato di orecchini?"

Todos caballeros: qui anche le comparse sono protagonisti.
Che eri parte di un sogno avrei dovuto dirtelo prima, amico dell'oracolo.

martedì, agosto 17, 2010

risoluzioni standard

Nelle foto si vede male, oppure semplicemente non si capisce: abbiamo trovato una tartaruga morta sulla strada.
Sinceramente non credevo che lì dentro ci fosse tanta carne, ho continuato a camminare.

Dopo, mi è venuto da pensare che se la tartaruga non fosse stata così proverbialmente lenta non sarebbe morta, almeno non lì. Purtroppo è un pensiero che non ha senso, magari sarebbe sopravvissuta anche se fosse stata ancora più lenta.
Nessuno li investe, gli alberi, al massimo andiamo a sbatterci contro.

Sul momento invece mi sono venuti in mente Franklin, le tartarughe ninja e le avventure di bosco piccolo. Tutto il mio snobismo non è bastato a impedirmi di capire che sono cresciuto con la televisione, con lo spettacolo e la spettacolarizzazione.
La morte è una cosa da niente, dal vivo manca soprattutto la colonna sonora.

lunedì, agosto 09, 2010

io sto con gli astronauti

Sono in orbita: io sono la tuta, il casco è il mio nuovo cielo.
Stacco la radio e accendo le voci di Mina e Alberto Lupo. Sono la più grande crisi gravitazionale nella storia della conquista spaziale. L'unico cosmonauta più irresponsabile di Laika.
Ogni secondo del mio volo sprecato ballando col mondo è una cascata di denaro, terroso e terrestre denaro dei contribuenti. Ho superato test attitudinali durissimi, prove fisiche e mentali. Il mio non è un lucido delirio, sto solo esaudendo il sogno di una vita.
Che cosa stupida elogiarsi tra mortali, celebrare con parole parole questo lento a tu per tu con la terra. E' una compagna magnifica, mi accompagna e mi respinge lentamente col suo peso: il nostro è un gioco di seduzione.
Chiamami passione, dai.
Spero cadendo di farlo anche io, un buco nell'acqua.