lunedì, maggio 19, 2014

Al buio


Quel giorno il sole non sorse, eppure tutti andammo al lavoro come sempre. Solo le stelle ci guardavano, mentre la notte proseguiva per altre ventiquattr'ore.
Nessuno si chiese se stesse succedendo anche nel resto del mondo, se anche i parenti fossero al corrente del fatto: tutti, nessuno escluso, sapevano. Sapevamo che quel momento sarebbe passato e che, la mattina seguente, il sole sarebbe arrivato.

Perfino i giornalisti tacquero l'evento e nessuno osò registrarlo come qualcosa di eccezionale: la cometa Hale-Bopp aveva destato sicuramente più attenzione, nel 1997.
Soltanto lei mi chiamò, quella mattina, mentre ero alla mia scrivania: fu per chiedermi se avevo guardato fuori. Fu un momento di vera felicità ascoltare la normalità dell'amore in mezzo al trambusto emotivo di quella notte innaturalmente lunga. Così guardai Cassiopea, l'unica costellazione che sapessi riconoscere, e per la prima volta percepii la tridimensionalità della volta celeste. Non capii: vidi veramente la distanza che separava le stelle. Per un attimo, mi fu difficile ritornare a guardare con occhi a due dimensioni quella specie di W.

Senza un suono, senza una scusa o un lamento, il mattino dopo il sole tornò a splendere: non era nemmeno più caldo o più freddo di prima.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

roba da civili?

Irreprensibile ha detto...

Non scrivi più bastardo?