giovedì, agosto 10, 2017

Un grammo in un istante


La dottoressa si sistema la gonna con un gesto fluido, come un colpo di falce.
Non ci sono spighe o rovi o piante sul suo tragitto, solo pieghe da ravvivare.
L'uomo alto si schiarisce la voce, ma è lei a parlare:

"Sa perché si trova qui?"
L'uomo alto annuisce e la donna scarabocchia malamente "non verbale" sul taccuino elettronico; le lettere si raddrizzano da sole, digitalizzandosi, per richiamare con il loro significato vecchie diagnosi e nuove medicine.
"Stress post-traumatico da mancanza di Attinenza. Le è già capitato in passato?"
Sanno entrambi che la risposta è "no": l'uomo alto si limita ad un cenno di diniego con la testa.
"Ha mai valutato la possibilità di acquistare l'opzione Attinenza partecipando ad uno Scenario più in linea con le sue disponibilità economiche?"
La risposta è un flebile "sì": la dottoressa, in questo momento, non reputa necessario approfondire la facce da.

"Mi parli di lei: dove è cresciuto?"
"Smallville, Scenario Uomo d'Acciaio. Mio padre era un perito agrario, abitavamo in una grande casa tra i campi."
"Conosco lo Scenario: Aliphotes Mirinakis è stato un grande uomo ed un grande filantropo."
L'uomo alto annuisce debolmente: "Per noi era solamente il Signor Kent."
Il taccuino elettronico si riempe rapidamente di nuove considerazioni, di appunti, di rimandi a possibili approfondimenti che digerirà con tutta calma nei giorni a venire.
"Mi descriva l'episodio, l'evento per cui si è generato lo stress."
"Posso cominciare da dove voglio?"
"Da dove vuole."

"Avevamo appena cominciato l'assalto al castello del Principe Lucertola e sono stato colpito. Mi hanno subito evacuato con un trasferimento sub-orbitale ed ho perso conoscenza. Ricordo di aver visto la curva della terra dall'oblò."
"E quella, per lei, era veramente la terra?"
L'uomo alto esita, tenendo le labbra semichiuse.
"Non importa, vada avanti."
Deglutisce.
"Tornato alla base, ho deciso di perdere tempo con qualcosa di secondario. Gli assalti ti danno una scarica di adrenalina e portano tanti soldi, ma non si può fare solo quello. E poi, l'ultimo assalto mi aveva lasciato un po' frastornato. Così ho trovato un lavoro di consegna ed un passaggio su un vascello Coroniano. I Coroniani sono il popolo cuscinetto dello Scenario: mercenari, trafficanti. Offrono diversivi."
"Così si è imbarcato sulla...Blue Erdbeben, giusto?"

I propulsori ronzano nell'oscurità della notte, spingendo la nave tra strati di aria rarefatta.
La Blue Erdbeben è un vascello di media taglia, una dimensione che si percepisce anche da dentro la sua cuccetta. La prostituta Coroniana sdraiata al suo fianco lo guarda stringendo gli occhi nell'oscurità.
Le chiede di parlare del suo paese, del suo pianeta. Lei comincia a raccontare, mentre annaspando tra le sue parole, cerca qualcosa a cui avvinghiarsi per non pensare al resto delle sensazioni che bussano incessantemente alle porte della sua mente.
Per la prima volta, dopo anni di assuefazione, ritorna con i ricordi alla spiegazione che da bambino gli avevano dato della realtà, della società, prima che l'Attinenza al mondo reale diventasse la stessa degli adulti: un lusso da pagare con il frutto del lavoro.
Non ci sono più propulsori nell'oscurità interplanetaria, ma altoparlanti dentro ad un grande capannone senza forma, che danno voce al toro meccanico che scuote la sua e chissà quante altre cuccette. Un messaggio chiaro e preciso rimbalza nella sua coscienza: la Blue Erdbeben non esiste. Si trova all'interno di una cosa che non esiste. Cerca disperatamente un oblò: fuori, lo ammirano uno stuolo di stelle fasulle, di nubi disegnate, di continenti in scala.
La prostituta Coroniana lo fissa, attenta e dubbiosa.

"Tu hai combattuto troppo a lungo, mio signore. L'oppressione del Principe Lucertola è entrata nel tuo spirito, impregnando ogni cosa. Per guarire dovresti ridurre il cuore ad un punto, un punto che permetta soltanto a ciò che è essenziale di rimanere. Ma attento: non si vive con un simile cuore; accetta l'accatastarsi delle cose. Le cose buone e le cose cattive si impilano l'una sull'altra: mischiandosi, confondendosi. Noi Coroniani abbiamo un detto: non si piange da morti."
L'uomo alto la guarda, incerto se crederle, se credere a ciò a cui lei crede, se credere al fatto che creda in ciò che gli sta dicendo.
Sembra davvero che la finzione di un mondo si sia mischiata con la realtà di un'altro.

La dottoressa si sistema ancora la gonna, lentamente.
"Lei sa cosa fosse, la prepromozione?"

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